Marco Astorri, insieme al suo amico e collega di lavoro, Guy Cicognani, è il creatore della plastica del futuro, una plastica in grado di sciogliersi nell'acqua nel giro di 40 giorni, due mesi, e che si produce senza nemmeno una goccia di petrolio, ma con gli scarti degli zuccherifici. Un bel risparmio di tempo e di denaro, vero?


"Le grandi invenzioni partono dalla constatazione di piccoli fenomeni". Ad esempio, l'idea della bioplastica venne in mente a Marco Astorri nel 2006, quando vide un pezzetto di plastica abbandonato su un prato di montagna: "non era un bello spettacolo vedere tutti quei rettangolini di plastica colorata sul verde dei prati, e sapere che sarebbero rimasti lì per migliaia di anni se nessuno li avesse raccolti", spiega Astorri. È così che lui e il suo amico Guy Cicognani, decidono di creare la loro bioplastica, la Minerv – un Pha (Polyhydroxyalkanoato), ovvero un polimero, ricavato da barbabietole e derivati – che dovrebbe entrare in produzione nel 2012. ll Pha si produce naturalmente e si biodegrada senza inquinare e senza lasciare tracce; è la prima plastica biodegradabile prodotta da scarti industriali, e potrebbe quindi essere la nuova soluzione per creare plastica senza utilizzare il petrolio. Questo tipo di biodegradazione dei polimeri rappresenta il 'futuro' della biodegradabilità mondiale. La cosa incredibile – quasi quanto la loro invenzione – è che né Astorri, né Cicognani sono due scienziati: Astorri ha una formazione da grafico pubblicitario; Cicognani la chimica l'ha studiata all'università, ma senza mai laurearsi. Questa storia è ovviamente solo agli inizi.


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